santo stefano di sessanio

Escursione nella Preistoria

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Una vacanza d’avventura tra Gran Sasso e Sirente-Velino

In primavera la natura splende rigogliosa e densa di profumi dolci, la vacanza all’aria aperta vi richiama come il canto di una sirena. Noi abbiamo quello che fa per voi. Tra le rocce del Gran Sasso e del Sirente-Velino, nelle grotte, al riparo da occhi indiscreti, si nascondono tesori degni dei migliori film di Indiana Jones.

Stiamo parlando dei resti lasciati dalla preistoria. Si può dire a tal proposito che tutte le foreste e i boschi che ammirate lungo il cammino sono frutto di quel periodo antichissimo. Le betulle, piante tipicamente nordiche che ammirate nel Parco del Gran Sasso, sono ad esempio un lascito preistorico dei tempi della glaciazione. Ma i boschi, le foreste, le meraviglie verdi della nostra terra sono alla portata di tutti. Quella che vi proponiamo invece è una esclusiva caccia al tesoro preistorico, muniti di zaino, torcia, scarpe da trekking, un’esplorazione con la fantasia che potrete rivivere di persona.

Non possiamo non iniziare questo viaggio dalla recentissima scoperta di una gigantesca impronta di dinosauro sul monte Cagno a Caprara. La gigantesca impronta appartenuta ad un (feroce) carnivoro di centinaia di milioni di anni fa si raggiunge con un’escursione nel bosco di circa due ore che vi permetterà , tra le altre cose, di ammirare le bellezze del paesaggio.

Per restare nel Parco del Sirente-Velino, non possiamo non menzionare la gigantesca necropoli di Fossa, definita, per le sue particolari tombe preistoriche, la Stonehenge d’Italia.

Ma il Gran Sasso non riserva meno sorprese. La più grande e più entusiasmante scoperta è forse quella di un Mammuth (e sì, anche da noi c’erano i Mammuth), in località Scoppito, a due passi da L’Aquila nel cui Museo Nazionale D’Abruzzo (MUNDA, per gli amici) esso è tuttora visibile in tutta la sua maestosità.

Lungo le dorsali del Gran Sasso, dove ora ci sono ridenti borghi, un tempo c’erano minuscoli villaggi di uomini primitivi, che preferivano nascondersi nelle grotte al riparo dalle bestie feroci. Questi nostri antenati ci hanno lasciato tracce della loro esistenza: lance, pietre da taglio, oggetti di vita quotidiana, dipinti rupestri. Questi tesori sono visibili ad esempio a Catignano, nel villaggio neolitico che ha restituito resti così importanti di ceramica dipinta della cosiddetta “Cultura di Catignano”.

Impresa da veri e propri esploratori è la discesa nella Grotta a Male di Assergi, che nei tempi passati ha dato alla luce oggetti dell’età del rame, bellissima anche per i suoi laghi nascosti, raggiungibili solo, torcia alla mano e legati alla corda, discendendo un salto di tre metri.
Né potete perdervi la Grotta Pietra Rossa di Carpineto della Nora, più facile da raggiungere in escursioni guidate, che conserva dipinti rupestri dell’età nel ferro e che è a ridosso dei maestosi pascoli del Voltigno, sul versante pescarese del Gran Sasso.

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